La fontana marsicana

Fontana marsicana - Civitella Roveto
La fontana marsicana, più facile da incontrare dell'orso con cui condivide l'aggettivo qualificativo e qualche volta le sembianze riprodotte nei mascheroni e nelle sculture, assomiglia a un misterioso altare sul quale il ciclista di passaggio non può fare a meno di celebrare in silenzio il provvidenziale rito del rifornimento idrico. La pratica, benché profana, è regolamentata da una disciplinata attesa del proprio turno rigorosamente appoggiati al tubo superiore del mezzo. 
A volte capita che qualche profano infranga la sacralità dell'atto con frasi del tipo: "Ma è potabile? Si può bere?", alle quali, pur nutrendo qualche dubbio, chi già sta bevendo o riempiendo le borracce non può fare a meno di rispondere con un sì, non di rado rinforzato con "Sono tanti anni che la bevo e non mi è successo niente". Qualche volta però è successo che, con le lenti degli occhiali appannate, si è sorseggiato il fiotto di qualche cannella etichettata con la scritta rupestre "NON POTABILE" apprezzandone anche il sapore intenso. Giorni addietro anch'io mi sono servito della domanda retorica e chi mi precedeva, non certo giovanissimo, mi ha risposto: "Sono venti anni che la bevo."
"Caspita! Non solo potabile, ma anche terapeutica" andavo pensando tra me e me mentre pedalavo verso la tappa successiva e un altro altare. (Maurizio) 

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