Una veglia eterna

 

La tomba di Ignazio Silone - Ortucchio

Difficile non cogliere le stravaganze dell’Abruzzo montagnoso visitando per la prima volta Pescina. Non si è ancora digerito il Fucino, definito da Giorgio Manganelli piatto come un piatto di portata, che all’ingresso della cittadina, guai a chiamarla paesello, le indicazioni ridondanti ci avvertono delle realtà, nei nomi dei loro due massimi rappresentanti, che qui hanno dovuto convivere nei secoli: quella dei “cafoni” di Fontamara e della nobiltà feudale ed ecclesiastica. Un saluto quindi a Mazzarino, uno più sentito per Silone, che sembra dalla sua tomba “litigiosa” vegliare sulla dura terra che tanto ha amato. (Maurizio)

Poveri “cafoni”! Essere ultimi anche quattro volte dopo i cani dei Torlonia, avere avuto tanta acqua che allagava i campi e non avere più acqua per irrigare i campi…
Ora guardo dal finestrino tutt’intorno i campi intensamente coltivati (rimaniamo anche bloccati da un enorme trattore che occupa la strada) e tiro un profondo sospiro di sollievo! (Annacarla)

              


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