Una nuova dimensione

Esiste una dimensione onirica, distante anni luce dagli obiettivi dell’approccio raziocinante dell’homo concretus, che amplifica il nostro rapporto esperienziale con le cose che ci circondano, le quali non vengono più semplicemente osservate ma sentite, lette e interpretate. È da questo spazio recondito della mente, accessibile solo con un nirvana azzerante ogni contaminazione culturale, che una fontana può apparirci infilzata dal suo obelisco e da gocciolante trasformarsi in lacrimante, un castello può avere un suo carattere oppure rilassarsi dopo aver subìto la furia dei barbari e un cartello stradale partecipare a un complotto contro il consumismo.
Il raccontare queste fantasticherie visionarie richiede un uso figurato della lingua in cui i tropi da semplici orpelli diventano “lumi” che, disvelando il lato oscuro delle cose, agevolano la costruzione di nuovi modelli concettuali. (Maurizio)

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